IERI, OGGI, DOMANI: FASSINO, PRODI, BERTINOTTI E IL PROGRAMMA

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INES TABUSSO
00lunedì 17 ottobre 2005 18:06


IERI, OGGI, DOMANI: FASSINO, PRODI, BERTINOTTI E IL PROGRAMMA


INTERVISTA A PIERO FASSINO, "IL MESSAGGERO", 14 Ottobre 2005:

"Il vincitore delle primarie avrà un mandato pieno a gestire il programma? Oppure, come dice Bertinotti, «se ne discute dopo...»?
«Chi vincerà le primarie sarà il leader e avrà la responsabilità di scrivere il programma. Ma qualsiasi leader ha la saggezza di scrivere il programma discutendolo con i propri alleati. Sarebbe del tutto stupido pensare che Prodi dica: ”Questo è il programma, prendere o lasciare”. Sarebbe sciocco credere che non conti l’opinione e il peso che Prodi avrà come leader»".



ROMANO PRODI, L'UNITA', 17 ottobre 2005:

"Sono state primarie vere con un numero altissimo e un'indicazione chiara su chi avrà la responsabilità di fare il programma e di coordinare l'azione di tutti per le elezioni future".



FAUSTO BERTINOTTI, "IL MESSAGGERO", 17 Ottobre 2005:

"Il programma sarà il popolo dell'Unione a scriverlo. Questo è quello che hanno sottoscritto più di tre milioni di persone nel documento firmato prima del voto. Dopo un risultato così straordinario non bisogna che qualcuno diventi tanto micragnoso da entrare in un braccio di ferro sulla misura dei pesi da cui far derivare meccanicamente il programma. È chiaro che chi vince ha l'ambizione di rappresentare tutti, una ambizione giusta che io condivido, ma decideremo tutti insieme. Questa è una cosa che Prodi sa prima di me e non lo dico per fare polemica perchè è un interesse di tutti, a partire da Prodi, valorizzare questa grande unità e pluralità nella coalizione".



FAUSTO BERTINOTTI, 17 ottobre 2005, intervento alla trasmissione radiofonica "RADIO ANCH'IO" (rispondendo alle domande di un ascoltatore che chiedeva se non fosse necessario fare sempre le primarie per la scelta dei candidati, anche ad esempio per i sindaci):

"Io penso proprio di si, ma non solo sui candidati, ma anche sui programmi e le scelte. Sarebbe davvero gravissimo disperdere questa esperienza straordinaria. La grande domanda di ieri e' quella di riformare la politica. Noi dobbiamo dare una risposta a questa grande domanda di partecipazione".



FONTI:

IL MESSAGGERO
Venerdì 14 Ottobre 2005
«La destra non sia sorda, tratti con noi»
Fassino: le primarie oscureranno Berlusconi, più voti a Prodi, più forza per vincere
di ALBERTO GENTILI

ROMA - «Un orrore, una mostruosità. Berlusconi sta piegando le regole del gioco alle sue esigenze. Ma la partita non finisce qui...». Sul divano della ”Corea”, il corridoio secondario di Montecitorio, Piero Fassino siede ancora accaldato. In aula, il segretario ds ha appena sparato ad alzo zero contro «l’arroganza della destra», ma ha visto dare il via libera «a una riforma brutta e sbagliata che porterà solo ingovernabilità». Così, per limitare «i danni che potrebbe subire il Paese», Fassino chiede al centrodestra di fermarsi. Di aprire il confronto per salvare il salvabile.
Onorevole Fassino, la Cdl è andata avanti come un caterpillar, siete stati battuti senza appello. E’ il momento della resa?
«I numeri erano dalla loro parte fin dall’inizio. Nessuno si era mai illuso che la disparità di forze non avrebbe pesato e che la destra non riuscisse a imporre, a tutti i costi, una brutta legge elettorale sulla base unicamente delle proprie convenienze».
«Per non perdere e rendere ingovernabile la prossima legislatura», ha accusato.
«Sì, per tentare di evitare una sconfitta che sente incombente. E, nel caso di sconfitta, fare in modo che il centrosinistra abbia in Parlamento una maggioranza più stretta e più risicata di quella di cui ha potuto godere il centrodestra fino ad oggi. Non è mai accaduto, e non accade in nessun paese democratico al mondo, che alla vigilia delle elezioni una maggioranza decida di riscrivere una legge elettorale da sola sulla base della propria utilità. Dovunque, la legge elettorale o non si cambia, o la si cambia discutendo tra tutte le forze politiche per arrivare a una legge condivisa che tutti riconoscano come imparziale. Invece il centrodestra ha compiuto uno strappo istituzionale gravissimo».
C’è ancora il passaggio al Senato. Lei ha accennato a una ”contromossa”...
«La battaglia di questi giorni a Montecitorio non chiude il nostro impegno e noi continueremo la nostra battaglia in vista del nuovo voto del Senato. E avanzeremo, come abbiamo fatto fin qui, proposte che consentano a questo Paese di avere una legge elettorale più civile e più degna».
Sta dicendo che è disposto a trattare per limitare il danno? Già circola l’ipotesi di applicare il Tatarellum, il sistema elettorale usato per le elezioni regionali...
«Fino a questo momento ci siamo trovati di fronte una destra miope e sorda, che non ha voluto prendere in esame nessuna nostra proposta. Prendiamo atto che fino ad oggi è stato così. Ora questa legge deve andare al Senato e al Senato ci andrà tra più di un mese. Ebbene, sono io che chiedo alla destra: volete continuare nel muro contro muro, sapendo che una radicalizzazione dello scontro si estenderebbe fatalmente a tutta l’attività parlamentare, a partire dalla legge finanziaria? Oppure volete cambiare atteggiamento? Non siamo mai stati noi a sottrarci al confronto, è la destra che ha impedito qualsiasi discussione. Ma non credo sia utile a nessuno, e soprattutto non è utile al Paese, continuare così».
Lei incontra spesso Follini. Anche oggi. Per trovare una sponda nel centrodestra? Per amicizia?
«E’ una normale interl ocuzione politica con un avversario serio, responsabile e saggio che ho sempre rispettato anche quando aveva posizioni diverse dalle mie».
Berlusconi appare rinvigorito e ringiovanito, i suoi sondaggi sono tornati a salire.
«Ne dubito . Ma so per certo che come primo risultato Berlusconi si è mangiato un partito alleato. E’ come Crono: l’Udc non esiste più e a Follini è stato messo il bavaglio e mi chiedo se Casini abbia fatto bene a mollare il suo partito. In più, il Cavaliere ha dato nuova prova del carattere padronale e proprietario con cui guida la sua maggioranza. Perfino la Lega ha votato la legge solo perché sotto ricatto della possibile mancata approvazione della devolution. Dunque, questa legge piace solo a Forza Italia e An. E questi due partiti non sono la maggioranza, nè del Parlamento, nè del Paese. Pensi che capolavoro».
Però il premier è riuscito a oscurare le primarie...
«Invece le primarie oscureranno Berlusconi, perché saranno tantissimi gli elettori e le elettrici del centrosinistra che raccoglieranno il nostro appello andando ai 10mila seggi allestiti in tutta Italia e dimostrando che l’Unione è in campo, si batte e ha tutte le energie per vincere».
Il clima non è però più quello di una gioiosa macchina da guerra.
«Non è vero, questo clima si respira solo qui nel Palazzo. I problemi degli italiani non sono cambiati di un millimetro con l’approvazione della legge elettorale: l’economia è ferma, il deficit è fuori controllo tanto è vero che lo stesso Berlusconi parla di correzione della Finanziaria appena presentata in Parlamento, la gente guarda con preoccupazione a fine mese. E tutto questo non lo può cambiare nessuna brutta riforma elettorale».
Il ritorno al sistema proporzionale avrebbe potuto spianare la strada a un candidato premier dei Ds, probabile partito di maggioranza relativa. Qualcuno al Botteghino si mangia le mani?
«Non è questo il problema. Il centrosinistra ha scelto da più di due anni che sarà guidato alle elezioni da Prodi e sarà guidato da Prodi».
Però l’aveva deciso con un sistema diverso.
«Non cambia nulla, la scelta di Prodi non era legata al sistema di voto e lo stesso vale per le primarie, che vengono celebrate per dare a Prodi il massimo grado di legittimazione politica».
Qual è la soglia di soddisfazione per Prodi. Il 60%? il 50,1%?
« Quello che conta è la partecipazione. E sono sicuro che sarà altissima. Tanta gente, dopo questo strappo imposto dalla destra, andrà a votare alle primarie con ancora maggiore determinazione per dire no a Berlusconi. E la netta maggioranza sceglierà Prodi perché sarà Prodi a guidarci nella sfida elettorale e quanta più forza si darà a Prodi, tanto più le nostre possibilità di vincere cresceranno».
Si parla di soccorso di Forza Italia a Mastella?
«E’ ridicolo, strumentale. Né l’Udeur, né la Margherita si faranno incantare da una captatio benevolentiae di Berlusconi che è pelosa e in cui nessuno crede».
Il vincitore delle primarie avrà un mandato pieno a gestire il programma? Oppure, come dice Bertinotti, «se ne discute dopo...»?
«Chi vincerà le primarie sarà il leader e avrà la responsabilità di scrivere il programma. Ma qualsiasi leader ha la saggezza di scrivere il programma discutendolo con i propri alleati. Sarebbe del tutto stupido pensare che Prodi dica: ”Questo è il programma, prendere o lasciare”. Sarebbe sciocco credere che non conti l’opinione e il peso che Prodi avrà come leader».
Nell’Unione già ci si divide su Listone, Ulivone e quant’altro per assicurare la candidatura al Professore.
«Troverei saggio riprendere il cammino che ci ha portato alla lista unitaria dell’Ulivo, perché i nostri elettori chiedono unità. Ma è inutile inseguire un dibattito estemporaneo. Intanto non c’è ancora la nuova legge elettorale, vediamo se sarà approvata anche da palazzo Madama e se sarà varata così. Poi discuteremo come organizzarci. Oggi ho sentito deputati di Forza Italia, An e Udc riflettere se presentarsi al Senato con una lista unica, oppure no».


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L'UNITA'
17 ottobre 2005
Oltre quattro milioni i votanti. Prodi: «Lavorerò per un vero Ulivo»
di red

«Stiamo ben oltre i dati di ieri, e io personalmente sono ben oltre la felicità di ieri». Felice, sempre più felice, Romano Prodi rientrando in mattinata nel quartier generale dell’Unione a piazza Santi Apostoli a Roma ribadisce il suo entusiasmo per lo straordinario successo delle primarie del centrosinistra che si sono svolte domenica .«Mi sembra qualcosa su cui meditare profondamente perché è una manifestazione di una volontà precisa da parte degli italiani» torna a ribadire il leader dell’Unione che poi rassicura: «Adesso cominceremo l'analisi del voto. Ma ci vuole calma. Le primarie - ha concluso - sono un fatto nuovo che avrà conseguenze anche in altri paesi europei».

Intanto arrivano i risultati quasi definitivi. Alle 13 di lunedì, quando è stato scrutinato il 97,1% dei seggi, i votanti sono stati 4milioni 299mila 227, ma «si arriverà oltre ai 4milioni e 400mila» assicura vannino Chiti, coordinatore dell'ufficio di presidenza delle Primarie. Romano Prodi con 3.103.334 milioni di voti ottiene il 74,4% dei consensi. Lo segue Fausto Bertinotti che incassa 609.394 mila voti, ovvero il 14,6% delle preferenze. Seguono Clemente Mastella con 187.167 voti e il 4,5%, Di Pietro con 137.244 mila voti (3,3%) Alfonso Pecoraro Scanio con 89.769 (2,2%), e gli outsider Ivan Scalfarotto (0,6% e 25.670 voti) e Simona Panzino (18.818 e 0,4%). Solo 50 le schede contestate. le schede bianche sono state invece 6320 e 8800 quelle nulle. dall'estero sono arrivati oltre 20mila voti.

Fassino: «Una giornata straordinaria»
Il lunedì dopo le primarie insomma non può che essere una giornata di commenti e soddisfazione. Il segretario dei Ds, entrando alla Fao per la celebrazione delle giornata mondiale dell'alimentazione parla di domenica come di una «formidabile giornata» in cui gli italiani hanno espresso una domanda di cambiamento e sollecitato alla coesione e all'unità del centro sinistra. «Quattro milioni di italiani hanno accolto l'appello di Prodi e del centrosinistra a partecipare a un evento inedito per la politica italiana», ha detto Fassino «è una domanda di un'Italia pulita, nuova, di cambiamento».

E se la destra ha provato a parlare di primarie "truffa", i numeri, di ora in ora, la smentiscono sempre più. Così Fassino giudica «meschini e sbagliati» i commenti del premier Silvio Berlusconi sulle Primarie che ha definito questo appuntamento «le uniche elezioni che Prodi è in grado di vincere», mentre Prodi aggiunge: «Sono state primarie vere con un numero altissimo e un'indicazione chiara su chi avrà la responsabilità di fare il programma e di coordinare l'azione di tutti per le elezioni future».


Prodi: «Lavorerò per un vero Ulivo»
Ma i numeri, fin da subito per il leader dell'Unione, sono un segno chiaro anche per gli alleati: «È un'indicazione netta, che non dà luogo a equivoci e quindi tante polemiche sono state chiuse dai fatti». Ora «bisogna trarne le conseguenze e dare agli italiani quelle soddisfazioni che si meritano». Per Prodi c'è un margine tale da «permettere di assumere una responsabilità così grande con serenità».

E aggiunge una frase forte, ancora da interpretare: «Lavorerò per il nuovo Ulivo in una grande Unione». Torna forse la lista unitaria? Gli altri leader dell'Unione glissano. Rutelli taglia corto: «Al dopo ci penseremo dopo». D'Alema: «Decideremo tutti insieme». Boselli: «Noi abbiamo già deciso e stiamo con i Radicali». Parisi: «Cos'è un vero Ulivo? Certo non è un tram...».

Infatti per ora è un Tir: quello su cui, Prodi è salito sopra poco dopo che si erano diffusi i primi risultati. Buffamente l'abbraccio più caloroso lo riceve, e lo dà, proprio al suo sfidante Bertinotti. «Hai visto, Fausto...». E Fausto gli risponde con una dichiarazione che sottolinea unità nella coalizione e lealtà: «La storia dell'Unione che scaturisce da questa giornata - spiega - è una storia nuova. Abbiamo dimostrato di essere in grado di portare avanti una campagna in cui si sono confrontate posizioni anche molto diverse, ma sempre con l'intento di fare l'unità e costruire insieme un nuovo corso per l'Italia».

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IL MESSAGGERO
17 Ottobre 2005
Stop di Bertinotti: micragnoso fare il programma da soli
Il segretario oltre quota 16 % boccia le liste dell’Unione: Camera e Senato, Rifondazione da sola
di CLAUDIA TERRACINA

ROMA Si abbracciano Prodi e Bertinotti. E il Professore ringrazia «Fausto per la sua competizione vera e appassionata». In piazza Santi Apostoli sventolano di nuovo le bandiere dell’Ulivo e i leader dei partiti già discutono del dopo-primarie. Ma il dibattito che avvince il centrosinistra, «se passa la riforma elettorale, torna l’Ulivo o il Listone?», non coinvolge il leader di Rifondazione che preferisce piantare robusti paletti intorno al programma dell’opposizione, chiarendo che «sarà il popolo dell'Unione a scriverlo. Questo è quello che hanno sottoscritto più di tre milioni di persone nel documento firmato prima del voto. Dopo un risultato così straordinario - ironizza - non bisogna che qualcuno diventi tanto micragnoso da entrare in un braccio di ferro sulla misura dei pesi da cui far derivare meccanicamente il programma. È chiaro che chi vince ha l'ambizione di rappresentare tutti, una ambizione giusta che io condivido, ma decideremo tutti insieme. Questa è una cosa che Prodi sa prima di me e non lo dico per fare polemica perchè è un interesse di tutti, a partire da Prodi, valorizzare questa grande unità e pluralità nella coalizione».
E il segretario del Prc non si fa incantare dalle offerte che già fioccano per una lista unitaria almeno al Senato e assicura: «Alle politiche del 2006 Rifondazione comunista si presenterà con proprie liste sia alla Camera che al Senato. E’ la logica conseguenza della giornata di oggi, durante la quale abbiamo dimostrato che il confronto interno giova a tutti». E’ questo il dato a cui mostra di tenere di più, al di là della guerra di cifre strisciante che ingaggiano i suoi e i diessini.
Niente listoni unitari, dunque. Semmai, confidano i suoi, «Rifondazione può farsi interprete di un’area che rappresenti tutta la sinistra, quella organizzata nei partiti e quella dei movimenti». Intanto, fioccano i dati da tutta Italia. «Fausto supererà il 18 per cento», assicurano Franco Giordano, Salvatore Buonadonna e Patrizia Sentinelli, che mostrano i risultati dei seggi del Sud, dove Bertinotti vola oltre il 20 per cento. Più cauto, il mago dell’organizzazione della Quercia, Maurizio Chiocchetti, parla di un dato sopra il 15 per cento, che può arrivare a sfiorare il 16 per cento. Bertinotti, comunque, si dice soddisfatto. «I dati dimostrano che dal punto di vista politico si sono confrontate due idee. Prodi ottiene un successo molto rilevante e noi, relativamente, pure- sottolinea- se il risultato viene confermato, avremmo un dato polarizzato su due candidati, naturalmente in proporzioni assai diverse tra loro, con un risultato molto alto per Prodi e uno nettamente al di sopra dell'area di partenza per noi che- sottolinea- abbiamo capito per primi la portata di questo eccezionale esercizio di democrazia».
Un esercizio di democrazia che entusiasma perfino il presidente del Brasile Lula che, nel pomeriggio, durante il ricevimento all’ambasciata del Brasile, al quale partecipano i leader dell’Unione, fa i complimenti a Bertinotti per la sua gara. E lui gira i rallegramenti «al popolo dell’Unione, che si è dimostrato molto più maturo della classe politica perchè sceglie di partecipare, di far sentire la propria voce, nonostante qualcuno abbia sottovalutato queste primarie, arrivando a definirle inutile e superflue».


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Oggi in Italia
Servizio speciale realizzato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri

PRIMARIE: BERTINOTTI, FARLE SEMPRE PER CANDIDATI E PROGRAMMI
(AGI) - Roma, 17 ott. - Il centrosinistra dovrebbe sempre ricorrere al sistema delle primarie per la scelta dei candidati e dei programmi. Lo ha detto il segretario di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, in un intervento alla trasmissione radiofonica 'Radio Anch'io'.
Rispondendo alle domande di un ascoltatore che chiedeva se non fosse necessario fare sempre le primarie per la scelta dei candidati, anche ad esempio per i sindaci, Bertinotti ha risposto: "Io penso proprio di si, ma non solo sui candidati, ma anche sui programmi e le scelte. Sarebbe davvero gravissimo - ha detto ancora Bertinotti - disperdere questa esperienza straordinaria. La grande domanda di ieri - ha aggiunto - e' quella di riformare la politica. Noi dobbiamo dare una risposta a questa grande domanda di partecipazione".
Bertinotti nega che le primarie del centrosinistra "siano servite a pesare le componenti della coalizione. Questa lettura - ha detto - e' una distorsione prodotte della societa' politica". Il peso delle componenti del centrosinistra - secondo il segretario di Rifondazione - "riflette grosso modo una fotografia, seppur dinamica, del grado di consenso che le forze politiche hanno registrato alle scorse elezioni europee".
(AGI) Mgm 171135 OTT 05 .
171137 OTT 05
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