Mediaset: prima trimestrale in rosso nella storia del Biscione. Perdite per oltre 88 milioni

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angelico
00mercoledì 9 novembre 2011 18:39
Pesano l'addio di Silvo e i conti
Mediaset nuovo crollo a Piazza Affari
Pesano l'addio di Silvo e i conti
Sospesa in Borsa e chiusura in forte calo. Le difficoltà politiche e gli spot in dicesa del 2,9% sulle tre reti di Cologno affossano il titolo del Biscione, che prevede per l'intero esercizio un risultato peggiore rispetto al 2010
di ETTORE LIVINI

MILANO - Le dimissioni di Silvio Berlusconi, annunciate ma non ancora rassegnate, insieme con i conti del gruppo non proprio brillanti penalizzano Mediaset in Borsa, che dopo aver perso ieri quasi il 3%, oggi ha chiuso in ribasso del 12% con sospensioni durante la seduta. Gli analisti spiegano le recenti performance sia con i risultanti deludenti sul fronte degli utili sia con la prospettiva di un possibile riflesso negativo sul gruppo a seguito della sconfitta politica di Berlusconi.

La frenata della raccolta pubblicitaria (-2,9% nei primi nove mesi dell'anno su Canale 5, Italia 1 e Rete 4) ha rallentato i profitti di Mediaset. Le tv del presidente del Consiglio hanno chiuso il periodo gennaio-settembre 2011 con un fatturato di 3,01 miliardi in linea con lo stesso periodo dell'anno precedente, un utile operativo in calo del 32% e profitti netti per 166,6 milioni contro i 192 dell'anno precedente. Sui bilanci dell'anno scorso pesava la svalutazione di 75 milioni di Endemol. "I risultati - sottolinea una nota del gruppo - risentono del difficile quadro economico nazionale". E la società prevede di chiudere il bilancio 2011 "con un risultato netto inferiore a quello del 2010".

A zavorrare i conti di Cologno è stata la frenata del mercato pubblicitario nel 2011. La raccolta di spot in Italia sulle reti gratuite è stata di 1,93 miliardi (-2,9%) a fronte di un -6% complessivo del mercato televisivo in Italia. Negli ultimi dieci anni Publitalia ha regolarmente fatto meglio della Sipra (la concessionaria Rai) consolidando la sua posizione sul mercato. I ricavi pubblicitari della tv di stato erano pari nel 2000 al 60% di quelli di Mediaset. Oggi sono scesi sotto il 40%.
(09 novembre 2011)

www.repubblica.it/economia/finanza/2011/11/09/news/mediaset_nuovo_crollo_a_piazza_affari_pesano_l_addio_di_silvo_e_i_conti-2...
angelico
00lunedì 21 novembre 2011 20:36
Per le tv del Biscione la vera sfida si chiama ancora concorrenza

di Antonella Olivieri
Cronologia articolo20 novembre 2011
In questo articolo

Argomenti: Dati di bilancio | Mediaset | RAI | Fininvest | Mon | Telecom | Borsa di Milano | Presidente del Consiglio | Silvio Berlusconi




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Avere i santi in paradiso non sempre aiuta. Mentre si stava insediando il nuovo governo Monti, Mediaset è sprofondata al minimo storico: oggi capitalizza 2,4 miliardi, poco più della metà rispetto all'Ipo del '96. Ma non è stato un crollo improvviso. L'azienda televisiva dell'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non è stata infatti risparmiata dall'ondata ribassista che ha colpito Piazza Affari: durante il suo Governo, dal maggio 2008, il titolo ha perso il 63%, tre punti in meno dei media italiani, ma il doppio del settore nell'eurozona. Era andata meglio sotto i due esecutivi retti tra giugno 2001 e maggio 2006: Mediaset ne era uscita ridimensionata del 13,3%, ma meno dei media italiani (-19,7%) e molto meno dei media europei che nello stesso periodo avevano perso oltre il 40%.
Insomma, se aiuto dall'alto c'è stato, l'efficacia, almeno sulla Borsa, è svanita col tempo. La parabola del Biscione (si veda l'analisi su dati R&S e Il Sole-24Ore) può piuttosto essere spiegata con l'evoluzione del contesto competitivo. Senza entrare nel merito della questione conflitto d'interessi, finchè l'unico concorrente su piazza era la Rai, il gioco era relativamente facile. Già nel '94, al termine del suo primo esercizio, Mediaset raccoglieva il doppio della pubblicità (1.356 milioni contro 653). La Rai, col canone, era però ancora in vantaggio di 600 milioni sui ricavi con 2,1 miliardi di entrate complessive. Allora l'emittente pubblico era già in rosso, ma a livello di margine operativo netto la distanza non era poi abissale: secondo i dati R&S, il 12,3% sui ricavi contro il 15,1% dello sfidante privato.
Quando Berlusconi torna al comando nel 2001, la Rai aveva raddoppiato le entrate pubblicitarie (1.270 milioni a fine 2000), mentre Mediaset le aveva aumentate "solo" del 56% (2.121 milioni). Cinque anni dopo, gli spot dell'ex monopolista erano sotto il punto di partenza (1.233 milioni), mentre la pubblicità del Biscione da sola (3.380 milioni) valeva più del fatturato totale di via Mazzini (3.083 milioni). La spinta per Mediaset era però arrivata anche dalla Spagna: nel 2003 la partecipazione in Telecinco era stata raddoppiata al 50,1% dal 25% rilevato nel '97. Il duopolio televisivo però era già finito con la discesa in campo del gruppo Murdoch, che da settembre 2004 aveva preso le redini di Sky, interrompendo l'infruttuosa coabitazione con Telecom. Non a caso dal 2006 gli utili della controllata Fininvest cominciano a flettere. Un concorrente agguerrito Sky, perchè già nel 2010 la tv satellitare, con quasi 3 miliardi di giro d'affari, si lascia alle spalle la Rai. E sebbene la pubblicità conti solo marginalmente nel suo bilancio (9,2% dei ricavi nell'esercizio al 30 giugno 2010), finora non ha conosciuto battute d'arresto. È vero, non ha i margini di Mediaset (il Mon è meno di un terzo) e non è arrivata ai 9 milioni di abbonati che si prefiggeva (è ancora ferma a 5), ma è riuscita a conquistarsi la fetta di mercato che paga di più per guardare la tv.
Mediaset non è rimasta a guardare. L'avvio della sperimentazione sul digitale terrestre, già dal 2004, è la risposta immediata tesa a evitare che lo "squalo", come è soprannominato il magnate australiano, attacchi frontalmente il bacino d'utenza della tv generalista. Mossa prettamente difensiva, tant'è che di guadagnare ancora non se ne parla. La pay-tv del Biscione, che l'anno scorso sembrava vicina al pareggio, negli ultimi nove mesi è invece ancora in rosso per quasi 30 milioni. Non che non cresca, ma quest'anno è stata dura per tutti con una flessione del 28% nel numero dei nuovi abbonati. Per la prima volta Sky, nel trimestre chiuso a settembre, registra un calo nei ricavi dell'ordine del 7%. La pay-tv di Mediaset, bene o male, riesce ad archiviare i primi nove mesi con ricavi in crescita del 14% e oltre 2 milioni di spettatori. Premium continua a intercettare i due terzi dei nuovi abbonati, però, dato che costa il 40% in meno di Sky, deve pedalare di più. Con il lievitare dei diritti del calcio, per raggiungere il pareggio avrebbe bisogno di 150mila abbonati in più: dati i tempi che corrono, non è una passeggiata.
Il problema per Mediaset è anche quello di ridurre la dipendenza da Italia e Spagna, che in questo momento sono i mercati più sotto pressione. Ha provato a internazionalizzarsi indossando il cappello di produttore con Endemol, leader mondiale di format tv. Ma l'acquisizione da Telefonica non è andata per il verso giusto. La partecipazione del 33% nella casa olandese è stata interamente svalutata già lo scorso anno (azzerati 466 milioni) e dei 96 milioni di debito riacquistato, dopo le ultime rettifiche ne è rimasto in carico un valore pari a poco più della metà. Mediaset ora si gioca il tutto per tutto perché se Endemol finisse ai creditori non salverebbe neppure la speranza di averne un ritorno in termini industriali.
Ma, per tornare a bomba, anche oggi, nel dopo Governo-Berlusconi, è ancora la concorrenza la vera sfida per Mediaset. In Italia, tutto sommato, fino ad agosto ha tenuto botta. Secondo i dati Nielsen, infatti, nei primi otto mesi le tv di Cologno Monzese hanno risentito di un calo della raccolta pubblicitaria limitato al 2%: niente a confronto con la Rai (-10,8%) e Sky (-15,6%). Ma è facile immaginare, in un mercato in pesante contrazione, l'effetto che avrebbe l'irruzione di una Rai affamata di spot. In questo contesto, il pericolo pubblico è proprio l'urgenza di privatizzare sollecitata dalla Ue: una Rai senza più canone avrebbe un effetto devastante, e probabilmente non solo per i conti Mediaset.


www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-11-20/biscione-vera-sfida-chiama-142548.shtml?uuid=...
angelico
00mercoledì 1 agosto 2012 14:46
Mediaset inasprisce le misure anti-crisi. Il piano da 250 milioni di risparmi triennali deciso nel luglio del 2011 non basta più, vista la crisi economica e il calo della raccolta pubblicitaria. Così il Biscione decide tagli per altri 150 milioni di euro. Per un totale di 400 milioni, con l’esternalizzazione dell’intera struttura della controllata Videotime, con i suoi 74 lavoratori e le sedi regionali. Insorgono i sindacati, mentre i giornalisti di tutte le testate dichiarano lo stato di agitazione.

La revisione è emersa ieri nel tavolo che si è tenuto tra i rappresentanti dell’azienda e le sigle sindacali ed è stata motivata con l’ulteriore peggioramento del quadro macroeconomico con impatti sulla raccolta pubblicitaria del gruppo che nei primi sei mesi dell’anno è calata del 10% circa.

Nei mesi scorsi, il vicepresidente esecutivo Pier Silvio Berlusconi aveva già fatto riferimento a ulteriori misure di risparmio, oltre al piano da 250 milioni. Ma l’ammontare totale dei nuovi tagli non era mai stato comunicato: tali interventi, secondo il vicepresidente, erano da intendersi non come risposta alla crisi ma come aggiustamenti necessari per snellire la struttura Mediaset.

L’incremento di 150 milioni del piano di risparmio comunque è addirittura al di sopra delle stime ipotizzate negli scenari degli analisti. Tra le misure decise dall’azienda ci sarà il progetto di esternalizzazione di dieci sedi regionali della controllata Videotime, che si occupa dell’ideazione e realizzazione dei programmi tv. Lo scorporo del ramo d’azienda riguarderà 74 lavoratori che confluiranno in una newco di proprietà dell’ex dirigente Mediaset Renato Pizzamiglio. L’operazione comporterà per Cologno Monzese risparmi stimati in 2 milioni di euro annui.

Contro questi interventi insorgono i sindacati, che hanno pronto un pacchetto di 8 ore di sciopero che potrebbe già essere parzialmente applicato venerdì. Lo annuncia il segretario nazionale con delega all’emittenza della Uilcom-Uil, Pierpaolo Mischi, dopo il primo incontro di ieri tra l’azienda e le organizzazioni Sindacali, Uilcom-Uil, Slc Cgil e Fistel-Cisl. Mischi si è detto contrario all’operazione e ha parlato di “processo di espulsione di lavoratori e attività dal gruppo”. “Non e questo il modo giusto per cercare di contenere i costi – ha detto il sindacalista – e rilanciare l’azienda anche nell’attuale periodo di forte crisi, sia di fatturato sia di contrazione, negli investimenti pubblicitari”.

Solidarietà ai lavoratori di Videotime è stata espressa dai giornalisti di tutte le testate Mediaset (TG5, News Mediaset, TG4, Studio Aperto, Videonews, Sport Mediaset), che dichiarano lo stato di agitazione. In una nota del coordinamento dei comitati di redazione si parla di “grande preoccupazione per l’annunciata esternalizzazione del personale tecnico di tutte le sedi regionali del gruppo Mediaset, ovvero la cessione di un presunto ramo d’azienda che coinvolge 74 dipendenti della società Videotime e le strutture in cui oggi lavorano”.

“Un processo – di cui continua la nota congiunta – di cui a tutt’oggi non sono ancora chiari le modalità e i supposti benefici, ma chiarissimi i danni per la qualità dell’informazione”. E ancora: “I giornalisti chiedono all’Azienda di ritirare il piano di cessione delle sedi regionali Videotime, e la invitano a concentrare gli sforzi sull’informazione, in un momento tanto delicato come quello che il Paese sta vivendo”.

www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/17/crisi-a-mediaset-tagli-per-400-milioni-piano-per-cessione-delle-sedi-regionali...
angelico
00mercoledì 1 agosto 2012 14:47
Il titolo Mediaset è entrato in asta di volatilità quando cedeva il 10,2% a 1,277 euro per poi rientrare in contrattazione a -11%. «A parte le efficienze sui costi, risultate superiori alle attese - commenta un trader - dalla conference call di ieri con la comunità finanziaria non é arrivato alcun segnale in controtendenza. Anzi, la pubblicità di luglio e agosto ha accusato un -20% e l'azienda non ha confermato i rumors sul piano di risparmi allargato a 400 milioni». «Da questa mattina, sono molti gli investitori anglosassoni che hanno assunto posizioni short su Mediaset - segnala un altro operatore - Difficile che prima della prossima trimestrale arrivino indicazioni positive: su pay tv, web advertising e piano costi il management ha respinto ogni ipotesi che potesse fornire un segnale positivo».

www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-08-01/tokyo-chiude-negativa-attesa-083810.shtml?uuid=...
angelico
00martedì 13 novembre 2012 21:41
Mediaset ha chiuso il terzo trimestre del 2012 in perdita per la prima volta nella sua storia, portando in rosso anche il risultato dei primi nove mesi. La perdita del periodo luglio-settembre ammonta a 88,4 milioni rispetto all'utile di 1,4 milioni dello stesso trimestre 2011. Il Biscione chiude i primi nove mesi dell'anno con una perdita netta di 45,4 milioni di euro rispetto all'utile di 164,3 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente.

I ricavi del gruppo ammontano a 2,655 miliardi, in flessione dai 3,04 miliardi dei primi nove mesi del 2011, a causa della forte contrazione degli investimenti pubblicitari sia in Italia sia in Spagna. In particolare in Italia la raccolta pubblicitaria complessiva di Publitalia '80 e Digitalia '08 è scesa a 1,655 miliardi.

La raccolta pubblicitaria complessiva in Italia è calata del 14,9%. Positiva la contrazione dell'indebitamento sceso a 1,636 miliardi da 1,775 miliardi grazie alle azioni di contenimento dei costi. Per il 2012 il gruppo, pur prevedendo un ebitda «largamente positivo», stima un risultato netto consolidato in linea con quello registrato nei primi nove mesi dell'anno.

Mediaset stringe sul piano di taglio dei costi: in tre anni dovranno scendere dai 250 milioni già previsti a circa 400 milioni. È quanto emerge dalla conference call con gli analisti finanziari. Sui conti del gruppo pesa il calo della raccolta pubblicitaria, che in Italia per Mediaset nei primi nove mesi dell'anno è stato del 14,9%. Per il mese di dicembre il gruppo spera in un miglioramento rispetto ai trend recenti (-23% in settembre).


www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-11-13/male-conti-mediaset-perdite-180539.shtml?uuid=...
Dayna87
00sabato 17 novembre 2012 12:40
Poverino ,una perdita del genere potrebbe farlo diventare povero...
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