Una frase sulla resistenza...opera di una minoranza, usata dalla maggioranza

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Lpoz
00martedì 15 agosto 2006 01:14

La Resistenza in italia (1943-1945)
Riporto di seguito una frase citata nel libro di Gianni Oliva " le tre Italie del 1943"


Rosario Romeo:
"La resistenza, opera di una minoranza, è stata usata dalla maggioranza degli italiani per sentirsi esonerati dal dovere fare fino in fondo i conti con il proprio passato"
Paese che ha contribuito a scatenare la Seconda guerra mondiale e che l'ha persa, l'Italia si ritrova così ad immaginarsi vincitrice accanto agli Alleati.


Cosa ne pensate??

Lux-86
00martedì 15 agosto 2006 09:33
la resistenza interessò solo il centro-nord italia quindi non fu di certo un fgenomeno a scala nazionale, nello stesso centro-nord interesseva un notevole numero di persone fra militanti e collaboratori ma anche qui non siamo sulla totalità di persone.
Sull'interpretazione di Oliva non sono molto d'accordo perchè in fin dei conti, a parte i fascisti (e neanche tutti), quella guerra non la voleva fare nessuno; più che altro la resistenza è stata un riscatto personale rispetto al fascismo che, questo sì tendiamo spesso a dimenticare, abbiamo inventato noi italiani.

Poi che cazzo ci hanno fatto dichiarare guerra a fare alla Germania se poi non abbiamo vinto lo stesso la guerra? [SM=x751545]
DarkWalker
00martedì 15 agosto 2006 10:32
beh sì la resistenza ha coinvolto una minoranza di persone, le altre per lo più si limitavano a sopravvivere.
Ovviamente, nel dopoguerra, c'era solo da guadagnarci a estendere il fenomeno della resistenza a più persone possibili.
La resistenza italiana è stata in questo senso sbeffeggiata dalla critica francese che sostenne 'gli italiani hanno fatto la resistenza con un film [roma città aperta]'.
Cmq nè la qualifica di co belligeranti ne la resistenza ci hanno dato una trattamento più tenue nelle trattative.
Lpoz
00martedì 15 agosto 2006 11:54
Re:

Scritto da: Lux-86 15/08/2006 9.33
la resistenza interessò solo il centro-nord italia quindi non fu di certo un fgenomeno a scala nazionale, nello stesso centro-nord interesseva un notevole numero di persone fra militanti e collaboratori ma anche qui non siamo sulla totalità di persone.
Sull'interpretazione di Oliva non sono molto d'accordo perchè in fin dei conti, a parte i fascisti (e neanche tutti), quella guerra non la voleva fare nessuno; più che altro la resistenza è stata un riscatto personale rispetto al fascismo che, questo sì tendiamo spesso a dimenticare, abbiamo inventato noi italiani.

Poi che cazzo ci hanno fatto dichiarare guerra a fare alla Germania se poi non abbiamo vinto lo stesso la guerra? [SM=x751545]




nessuno volevanulla, nessuno voleva il fascismo, nessuno voleva le leggi raziali, però, tutti chinarono il capo e accettarono.
sapete no del giuramento dei professori universitori??
quello per i quali 12 ci rimisero il posto perchè non vollero giurare al fascismo(la forma non comprendeva solo fascimo, ma anhce ra, casa reale atc etc)..bhe, di 12 che rinunciarono al giuramento cè ne furono 1848 (tra ordinari e incaricati) cui vanno ancora aggiunti 77 professori straordinati e 2638 liberi docenti, che accettarono senza se e senza ma....
quando nel 38 furono promulgate le leggi sulla razza, tutti o quasi, furono contrari, specialmente èperchè molti illustri colleghi perdevano il lavoro..eppure tutti acconsentirono alle leggi raziali, e anzi, alla fine, si litigarono il posto appena perso dagli ebrei....

l'italia aveva bisogno di un riscatto, doveva cancellare ciò che era stata(volontariamente) per 20 anni.
inoltre, l'italia nel periodo 43-45 era divisa in tre parti.
due minoranze che combattevano chi tra i partigiani chi tra le fila della RSI, e poi lamaggioranza, l'italia grigia, che collaborava un pò con uno un pò con l'altro, in base alle necessità, e che aspettava la fine della guerra per salire sul carro dei vincitori...
Lux-86
00martedì 15 agosto 2006 12:18
appunto: la maggior parte degli italiani accettò il fascismo come un buon compromesso. dopo l'omicidio di matteoti mussolini rischiò di cadere ma riuscì a mantenersi al governo e successivamente con il controllo delal stampa si creò un buon consenso. I primi dissensi verso il regime nacquero con la guerra in Etiopia, in Spagna, le leggi razziali e poi con il disastro della guerra.

per quanto riguarda la zona grigia essa era composta da gente a cui non interessava nè dei fascisti nè degli altri, genete che aveva paura ad uscire di casa perchè poteva incontrare un nazista che lo prendeva come ostaggio o un partrigiano che chiedeva di nascondersi, genete che per anni è vissuta nel terrore e quando gli hanno fatto vedere mussolini a piazzale loreto si è sfogata.
Lpoz
00martedì 15 agosto 2006 12:32
Re:

Scritto da: Lux-86 15/08/2006 12.18
appunto: la maggior parte degli italiani accettò il fascismo come un buon compromesso. dopo l'omicidio di matteoti mussolini rischiò di cadere ma riuscì a mantenersi al governo e successivamente con il controllo delal stampa si creò un buon consenso. I primi dissensi verso il regime nacquero con la guerra in Etiopia, in Spagna, le leggi razziali e poi con il disastro della guerra.

per quanto riguarda la zona grigia essa era composta da gente a cui non interessava nè dei fascisti nè degli altri, genete che aveva paura ad uscire di casa perchè poteva incontrare un nazista che lo prendeva come ostaggio o un partrigiano che chiedeva di nascondersi, genete che per anni è vissuta nel terrore e quando gli hanno fatto vedere mussolini a piazzale loreto si è sfogata.



guarda che un nazista o meglio, u tedesco in casa li abbiamo avuti dal 43...
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